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☀ Biografia di oggi: Jonah Lomu

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Jonah Lomu

Jonah Lomu
Jonah Tali Lomu, meglio noto solo come Jonah Lomu, nasce ad Auckland, Nuova Zelanda, il 12 maggio del 1975. È considerato uno dei più grandi giocatori di rugby della storia, leggenda degli All Blacks neozelandesi, secondo molti la più forte ala di sempre, prototipo del rugbista moderno, in grado di fondere una massa atletica e una forza fisica da seconda linea con la velocità e la scaltrezza della prima linea classica. La sua storia è nota anche per coloro i quali non sono appassionati di rugby, soprattutto in relazione alla brutta malattia che l'ha colpito, appena ventunenne, nel 1996, quando gli è stata diagnosticata una rara forma di nefrite.

Al culmine della sua fama di giocatore, Jonah Lomu si è dovuto ritirare dall'agonismo per sottoporsi ad un difficile intervento di trapianto di reni, nel luglio del 2004. Ad ogni modo, è parere quasi unanime il fatto che la fortuna di questo sport abbia coinciso con l'ascesa fulminante della carriera di questo giocatore formidabile, il cui impatto mediatico è stato pari a quello di Pelè con la maglia del Brasile campione del mondo di calcio nel 1958.

E' grazie a lui, soprattutto, alla sua singolarità sportiva e biografica, se dalla metà degli anni '90 al rugby è stato dato spazio in contesti prima poco ricettivi, come ad esempio le partite in diretta sui canali televisivi a pagamento e pubblici.

Sembra una di quelle giovinezze difficili, l'infanzia e l'adolescenza del giovane Jonah, ed in parte lo è, almeno fino a quando non incontra lo sport. Dopo la nascita infatti, quando ha appena un anno, il futuro campione viene inviato dai suoi genitori in un villaggio nell'arcipelago di Tonga, ospite dei suoi zii. Sono anni di grande sradicamento e difficoltà per la famiglia: a sei anni, pertanto, i genitori lo rivogliono con sé, e lo riportano a South Auckland. Qui il piccolo Jonah vive un'adolescenza difficile, in larga parte causata dal burrascoso rapporto con il padre, alcolizzato e violento.

Verso la fine degli anni '80, il giovane Jonah, nemmeno quindicenne, sembra ormai aver preso la strada della gioventù scapestrata, caratterizzata dalle risse frequenti tra tongani e samoani, ma soprattutto da alcune azioni ai limiti della legalità, con amicizie da evitare e altre situazioni di criticità.

Per allontanarlo da questo genere di vita, nel 1989 la madre lo iscrive al Wesley College, la scuola più antica della Nuova Zelanda. Si tratta di un istituto gestito dalla chiesa metodista, famoso per la propria disciplina e, soprattutto, per l'attenzione nei riguardi delle discipline sportive, in modo particolare il rugby a 15.

È la svolta e nel giro di meno di sei anni, Lomu si ritrova ad indossare la maglia della nazionale neozelandese, una delle più forti di sempre della storia del rugby, una sorta di Brasile della palla ovale. Tuttavia, è dall'atletica che tutto ha inizio e in modo quasi casuale. Durante alcune prove infatti, il giovanissimo Jonah Lomu partecipa ad una gara di salto in alto che, con sua stessa sorpresa, vince in scioltezza. Viene allora iscritto a diverse prove, 100m, 200m, salto in lungo e in alto, partecipando ad una serie di gare sia scolastiche che interscolastiche, fino ad alcune manifestazioni provinciali.

Pur non essendosi mai allenato nello specifico e totalmente privo di qualsivoglia tecnica nelle varie discipline, Lomu vince tutte le competizioni a cui prende parte, convincendo della propria straordinaria forza tutti gli allenatori di atletica che via via si trovano ad averlo a disposizione. È Chris Grinter però, qualche mese dopo il suo exploit atletico che, in quanto allenatore della squadra di rugby della scuola, lo convince a giocare in terza linea, in quello che diventerà il suo sport prediletto.

Nel 1994, a diciannove anni, Lomu esordisce nello sport della palla ovale, in un torneo nazionale e con la maglia dei Counties. La squadra vince il torneo e Lomu viene eletto miglior giocatore della competizione. Tra gli spettatori, durante una delle partite del campionato, c'è anche Laurie Mains, l'allenatore degli All Blacks. Impressionato da quel talento puro e grezzo, decide di convocarlo, a sorpresa, per un paio di tornei internazionali, uno alle Isole Fiji, l'altro ad Hong Kong. La svolta però, è il trial con gli All Blacks, dove Jonah Lomu viene selezionato per la partita con la Francia. Per lui, arriva anche quella che sarà la "sua" maglia, la mitica numero 11, ala sinistra. È il 26 giugno del 1994 quando, a soli diciannove anni, il futuro campione fa il suo esordio ufficiale con la nazionale neozelandese.

L'anno dopo è quello della ribalta internazionale. Contro i fortissimi inglesi, nella semifinale dei mondiali, il ventenne Jonah trascina letteralmente la sua squadra, segnando ben quattro mete, e facendosi conoscere nel mondo come uno dei talenti più forti in circolazione. Gli All Blacks perderanno, poi, la finale, contro il Sudafrica, ai tempi supplementari, ma Lomu viene nominato miglior giocatore del torneo. All'ultima partita del torneo poi, è legato il giallo del pranzo prima della gara, il quale causò praticamente a tutta la squadra neozelandese non pochi problemi di stomaco, tanto da portarli in campo non nelle migliori condizioni fisiche, compreso lo stesso Jonah.

Il rugby, dopo il mondiale, diventa uno sport professionistico e gli All Blacks si danno da fare anche con una serie di tour europei, che portano il talento di Jonah in mostra in paesi come Italia e Francia.

Il 1996 è un anno importante, per Lomu, nel bene e nel male: dopo averla conosciuta solo l'anno prima, sposa Tanya, da cui divorzierà successivamente. Inoltre, come già anticipato, al termine dello stesso anno gli viene diagnosticata per la prima volta la malattia che lo porterà, piano piano, fuori dai campi. Ad accorgersene è Il dottor John Maryhew, dopo aver osservato per oltre un anno la difficoltà dell'atleta di resistere ad alcuni malanni continui, come raffreddori e stati influenzali.

Il 1997 è il primo anno di battaglia contro il male: non gioca, viene invitato come commentatore sportivo e passa circa un anno fuori dal campo. Nel '98 rientra, ma non è una grande stagione per gli All Blacks: perdono cinque volte nei test match e tre volte contro l'Australia, cosa che non accadeva dal 1920. Ad aggiustare, un poco, la stagione, è la vittoria contro le Isole Fiji nei Giochi del Commonwealth. Lomu è sempre più una star, conteso in varie manifestazioni extrasportive, come la finale di Miss Mondo, dove svolge il ruolo di giurato. Ai mondiali del 1999 però, la sua squadra perde contro la Francia, in semifinale. Ciononostante, Lomu porta a casa un primato di mete assoluto: 8 in 5 partite disputate, di cui due proprio contro la Francia. Altro tassello che sia aggiunge alla sua celebrità e che lo vede tra i giocatori più richiesti di sempre, tanto in Europa, che in America che in Australia. Resta in patria però, in Nuova Zelanda, negli Hurricanes. Convinto di dover giocare soprattutto con e per la sua nazionale.

Per oltre quattro anni allora, Lomu continua la sua carriera, alternando momenti di malattia ad altri di grande forza fisica, fino al 2003, l'anno in cui ha dovuto fare la sua prima seduta di dialisi. Accanto a lui, pertanto, c'è la sua nuova compagna, Fiona Taylor, che sposerà nello stesso anno, standogli sempre vicino durante i lunghi mesi di malattia.

Riesce a tornare alle gare, sempre con la rappresentativa di Wellington, nel campionato neozelandese. Nel 2004 poi, esattamente il 28 luglio, gli viene trapiantato il rene e l'anno dopo, nel giugno del 2005, è nuovamente in campo, con tanto di meta. Il ritorno arriva il 10 dicembre del 2005 nella partita Rugby Calvisano - Cardiff Blues valida per la Heineken Cup. Lomu gioca per la rappresentativa gallese, forte del suo primo e unico ingaggio europeo, per la stagione 2005/2006.

Il 25 settembre del 2011, viene ricoverato nuovamente d'urgenza, poco dopo essere stato protagonista della cerimonia inaugurale della Coppa del mondo di rugby, tenutasi proprio in Nuova Zelanda. A febbraio dell'anno dopo, si aggrava ancora, ed è chiaro che ha di nuovo bisogno di un trapianto di reni. La stessa estate del 2012 è difficilissima per lui: perde trenta chili, viene ricoverato più volte, sembra non venir fuori da una situazione sempre più critica. Ad agosto, il fisico sembra stabilizzarsi, ma il suo "rene nuovo" non sembra rispondere alle cure ed è alta la probabilità che, da un momento all'altro, il forte campione neozelandese possa aggravarsi nuovamente.

ultimo aggiornamento: 16/01/2013


 

Oggi, lunedì 12 maggio 2014 • S. Leopoldo, Ss. Nereo e Achille, S. Domitilla

Si ricordano inoltre

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