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☀ Biografia di oggi: Philippe Petit

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Philippe Petit

Raggiungere le nuvole

Philippe Petit
Philippe Petit nasce il 13 agosto del 1949 a Nemours, in Francia: suo padre, Edmond, è un autore, già pilota dell'Esercito. Da bambino, Philippe si avvicina alla giocoleria e alla magia.
Amante delle arrampicate, da autodidatta già a sedici anni compie i primi passi (letteralmente) su una corda da funambolo. È, tra l'altro, un ragazzo molto irrequieto: viene espulso da ben cinque scuole diverse.

Nel giro di un anno, impara tutto quello che si può fare su una corda, dai salti all'indietro a quelli in avanti, dalla bicicletta ai tuffi.

L'idea e il progetto di un evento alle Torri Gemelle


A diciassette anni, inizia a pensare a una performance nel World Trade Center di New York: tutto nasce in una sala di attesa di un dentista nel 1968, quando Philippe Petit legge della costruzione delle Twin Towers e osserva le bozze del progetto in una rivista.

Rimane subito affascinato dall'idea di esibirsi in quel posto, e inizia a raccogliere articoli sulle Torri Gemelle ogni volta che gliene capita l'occasione. Petit impiega ben sei anni per organizzare la sua performance (che andrà in scena solo nell'agosto del 1974): durante questo periodo impara tutto quello che può a proposito degli edifici e della loro costruzione.

Luoghi celebri


Nel frattempo, inizia a esibirsi come funambolo in altri luoghi famosi. Nel 1971, per esempio, cammina sul filo tra le torri della cattedrale di Notre Dame di Parigi, mentre all'interno vengono ordinati dei sacerdoti.
Due anni più tardi, invece, cammina sul filo tra due piloni del Sydney Harbour Bridge, in Australia.

Un piano dettagliatamente maniacale


Frattanto, continua a pensare allo show delle Twin Towers, occupandosi di ogni dettaglio e pensando ai vari inconvenienti che potrebbero capitare: per esempio, il vento e gli effetti che esso potrebbe avere sul filo a quell'altezza.
Si dirige molte volte a New York per osservare direttamente le torri e la loro costruzione: in un'occasione, prende in affitto un elicottero insieme con uno dei suoi collaboratori, il fotografo Jim Moore, per scattare una serie di immagini aeree degli edifici.

In seguito, si esercita in Francia con due suoi amici, che lo accompagnano anche nelle sue spedizioni in giro per il mondo, mentre un giocoliere tedesco, Francis Bunn, gli fornisce il supporto finanziario e le risorse economiche di cui ha bisogno. Petit e i suoi collaboratori entrano nelle torri molte volte, nascondendosi ai piani superiori e sui tetti degli edifici (non ancora completati) per studiare le misure di sicurezza e esaminare i punti in cui ancorare la corda.

Philippe Petti costruisce anche un modello in scala delle torri, così da prepararsi nel miglior modo possibile; inoltre, realizza cartellini identificativi falsi per sé stesso e per i propri collaboratori spacciandoli per appaltatori impegnati a installare dei fili elettrici sul tetto, in modo da avere costantemente accesso agli edifici: per rendere ogni dettaglio più credibile, studia attentamente anche gli indumenti indossati dagli operai e il tipo di attrezzi che utilizzano.
Inoltre, prende nota dell'abbigliamento degli impiegati negli uffici, in modo che alcuni dei suoi collaboratori possano sembrare dei professionisti; studia a che ora gli operai arrivano e a che ora se ne vanno, in modo da capire quando può accedere al tetto.

Quando manca poco tempo alla data stabilita, Petit finge di essere un giornalista di "Metropolis", una rivista di architettura francese, così da poter ottenere il permesso di intervistare gli operai sul tetto: quindi, riceve dalla Port Authority il permesso di parlare con i lavoratori.

Solo una volta viene scoperto da un poliziotto sul tetto, e questo episodio lo scoraggia un po', diminuendo le sue speranze di riuscire nell'impresa; ma poco dopo egli ritrova la fiducia necessaria.

Il grande giorno


La sera del 6 agosto del 1974, un martedì, Petit e i suoi collaboratori entrano nelle Torri Gemelle, giungendo in ascensore fino al 104° piano con tutta l'attrezzatura necessaria, nascondendola a pochi metri dal tetto.
Trascorsa la notte, pochi minuti dopo le sette del mattino, Philippe Petit appare sul filo e inizia la sua performance, a un'altezza di 1.350 piedi, un quarto di miglio, dal terreno.

Il suo show dura in tutto tre quarti d'ora: mentre si trova sul filo, Philippe cammina, balla, si sdraia e si inginocchia per salutare chi lo osserva da terra. Immediatamente le strade si riempiono di persone, mentre la polizia e gli uomini della Port Authority salgono sui tetti di entrambe le torri per tentare di persuaderlo a scendere, arrivando a minacciarlo di "strapparlo" dal filo con un elicottero.

Una volta tornato "a terra", il funambolo francese viene accolto come un eroe dal pubblico, e anche gli organi di informazione concedono un'ampia copertura di visibilità alla sua impresa: la Port Authoruty, addirittura, gli concede un pass valido per tutta la vita per l'Observation Deck delle Torri Gemelle (tristemente scomparse dopo gli attentati dell'11 settembre 2001).

Dopo l'impresa delle Twin Towers


Negli anni successivi, mentre le sue imprese continuano (tra le altre location, le cascate del Niagara e il Superdome a New Orleans), Petit scrive numerosi libri: nel 1983 l'editore Herscher pubblica "Trais coups", mentre due anni più tardi esce "Traité de funambulisme".

Nel 2002 l'artista scrive "To reach the clouds", e nel 2006 completa "L'art du pickpocket. Précis du vol à la tire". Seguono, nel 2012 e nel 2013, "Cheating the impossible: ideas and recipes from a rebellious high-wire artist" e "Why knot? How to tie more than sixty ingenious, useful, beautiful, lifesaving, magical, intriguing and secure knots!".

Nel 2015, dopo l'uscita del libro "Creativity: the perfect crime", il regista Robert Zemeckis gira un film, "The Walk", ispirato alla storia di Philippe Petit.

ultimo aggiornamento: 17/04/2015


 

Oggi, giovedì 13 agosto 2015 • Ss. Ippolito e Ponziano, S. Vitalina, S. Imaro, S. Concordia

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