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Urbano Cairo
Urbano Roberto Cairo nasce il 21 maggio del 1957 a Masio, in Piemonte, nell'Alessandrino. Laureato all'Università Bocconi di Milano, nel 1981 legge un'intervista concessa da Silvio Berlusconi a "Capital" in cui l'imprenditore milanese invita i giovani con buone idee a contattarlo: Urbano Cairo prende per vere le parole del fondatore di Canale 5 e si presenta nei suoi uffici per farsi ricevere.
Divenuto assistente personale di Silvio Berlusconi, è il responsabile dell'acquisizione di Italia 1 da parte di Fininvest: nel 1982 si reca negli uffici milanesi di Edilio Rusconi per trovare un accordo per cui Canale 5 si impegna a non scendere sotto una determinata cifra nei prezzi relativi alla vendita degli spot a partire dal lunedì successivo; subito dopo avere ottenuto l'accordo, convoca immediatamente i venditori della concessionaria pubblicitaria di Fininvest, Publitalia, per fare in modo che vendano gli spot a prezzi bassissimi prima del lunedì. Così facendo, tutti gli spazi pubblicitari di Canale 5 vengono riempiti, e il lunedì dopo Rusconi, pur di non dover fare i conti con una situazione critica, è costretto a vendere Italia 1 alla Fininvest.
Nel corso degli anni, il rapporto tra Berlusconi e Urbano Cairo si consolida sempre di più, anche per i suoi successi ottenuti nel settore della raccolta pubblicitaria: nel 1993, quando l'uomo di Arcore è impegnato a valutare un suo ingresso in politica, ha al proprio fianco il manager alessandrino, che prende parte a numerosi incontri finalizzati alla creazione dei club da cui prenderà vita in seguito Forza Italia.
L'esplosione dello scandalo di Mani Pulite coinvolge, tuttavia, anche Cairo, al quale i magistrati contestano il meccanismo delle società sponda: in pratica, sigle che sottoscrivono contratti per girarli a Publitalia realizzando false fatture e, soprattutto, riserve di soldi in nero. Publitalia viene commissariata, mentre i pm Gherardo Colombo e Francesco Greco parlano di una rete parallela creata all'interno di Fininvest.
Al processo, Cairo chiede il patteggiamento, a differenza degli altri manager, e concorda una pena di diciannove mesi con la condizionale per i reati di appropriazione indebita, fatture per operazioni inesistenti e falso in bilancio.
Licenziato dal gruppo Fininvest, alla fine del 1995 dà vita alla Cairo Pubblicità, che comincia la propria attività poche settimane dopo ottenendo in esclusiva la concessione della vendita di spazi pubblicitari per i periodici "TV Sette", "Oggi" e "Io Donna" dal gruppo Rcs, che a quel tempo è controllata da Gemina, la società finanziaria del gruppo Fiat, per il 46.28%.
Nel luglio del 2000 la Cairo Communication Spa viene quotata al Nuovo Mercato della Borsa italiana. Nel 2005 Urbano Cairo viene contattato da Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, che vorrebbe persuaderlo a rilevare la società calcistica del Torino, fallita e rinata attraverso il Lodo Petrucci: si lascia convincere e, ai primi di settembre, annuncia ufficialmente l'acquisizione del club granata.
Alla guida dei piemontesi, che disputano in quella stagione la Serie B, ottiene subito la promozione in A superando il Mantova ai play-off. Rimane, poi, nella massima serie per tre anni di seguito, prima di una retrocessione che fa rimanere il Toro in cadetteria per ben tre stagioni: in questo periodo, deve fare i conti anche con alcune pesanti contestazioni, nell'agosto del 2009 e nel febbraio del 2010, quando, anche a causa delle polemiche della tifoseria e dei risultati non soddisfacenti conseguiti dalla squadra, annuncia la propria decisione di mettere la società in vendita. Cambia idea, comunque, pochi mesi più tardi: il ritorno in A arriva alla fine dell'anno 2011/2012, con Ventura in panchina.
Nel 2013 la Cairo Communication presenta al gruppo Telecom Italia un'offerta di acquisto per La7: la rete televisiva viene acquisita ufficialmente il 4 marzo del 2013 a un prezzo di un milione di euro.
Nel 2014 Cairo può festeggiare la qualificazione in Europa League del Torino (che mancava dalla Coppa Uefa - di cui l'Europa League è erede - da vent'anni), grazie al settimo posto in campionato: nella stagione 2014/15, tuttavia, dopo un successo storico al San Mamès contro l'Athletic Bilbao (impresa che in passato non era mai riuscita a nessun club del nostro Paese), la corsa continentale degli uomini di Ventura si ferma agli ottavi di finale contro lo Zenit San Pietroburgo.
Il 6 maggio del 2015 Cairo si vede assegnato, nella sala della Regina di Montecitorio, a Roma, il Premio "Guido Carli", conferitogli da una giuria costituita tra gli altri da Antonio Patuelli, Barbara Palombelli, Mario Orfeo e Vittorio Feltri; poche settimane dopo, prende il via la sperimentazione del mux Cairo Due, basato su un solo canale, denominato Test, che trasmette unicamente un monoscopio a barre di colore.
L'autunno seguente, in vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno nella primavera del 2016, alcune indiscrezioni inseriscono il nome di Urbano Cairo tra i papabili per una candidatura al ruolo di sindaco di Milano.
Divenuto assistente personale di Silvio Berlusconi, è il responsabile dell'acquisizione di Italia 1 da parte di Fininvest: nel 1982 si reca negli uffici milanesi di Edilio Rusconi per trovare un accordo per cui Canale 5 si impegna a non scendere sotto una determinata cifra nei prezzi relativi alla vendita degli spot a partire dal lunedì successivo; subito dopo avere ottenuto l'accordo, convoca immediatamente i venditori della concessionaria pubblicitaria di Fininvest, Publitalia, per fare in modo che vendano gli spot a prezzi bassissimi prima del lunedì. Così facendo, tutti gli spazi pubblicitari di Canale 5 vengono riempiti, e il lunedì dopo Rusconi, pur di non dover fare i conti con una situazione critica, è costretto a vendere Italia 1 alla Fininvest.
Nel corso degli anni, il rapporto tra Berlusconi e Urbano Cairo si consolida sempre di più, anche per i suoi successi ottenuti nel settore della raccolta pubblicitaria: nel 1993, quando l'uomo di Arcore è impegnato a valutare un suo ingresso in politica, ha al proprio fianco il manager alessandrino, che prende parte a numerosi incontri finalizzati alla creazione dei club da cui prenderà vita in seguito Forza Italia.
Urbano Cairo e "Mani Pulite"
L'esplosione dello scandalo di Mani Pulite coinvolge, tuttavia, anche Cairo, al quale i magistrati contestano il meccanismo delle società sponda: in pratica, sigle che sottoscrivono contratti per girarli a Publitalia realizzando false fatture e, soprattutto, riserve di soldi in nero. Publitalia viene commissariata, mentre i pm Gherardo Colombo e Francesco Greco parlano di una rete parallela creata all'interno di Fininvest.
Al processo, Cairo chiede il patteggiamento, a differenza degli altri manager, e concorda una pena di diciannove mesi con la condizionale per i reati di appropriazione indebita, fatture per operazioni inesistenti e falso in bilancio.
L'attività imprenditoriale
Licenziato dal gruppo Fininvest, alla fine del 1995 dà vita alla Cairo Pubblicità, che comincia la propria attività poche settimane dopo ottenendo in esclusiva la concessione della vendita di spazi pubblicitari per i periodici "TV Sette", "Oggi" e "Io Donna" dal gruppo Rcs, che a quel tempo è controllata da Gemina, la società finanziaria del gruppo Fiat, per il 46.28%.
Gli anni 2000 e l'acquisto del Torino calcio
Nel luglio del 2000 la Cairo Communication Spa viene quotata al Nuovo Mercato della Borsa italiana. Nel 2005 Urbano Cairo viene contattato da Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, che vorrebbe persuaderlo a rilevare la società calcistica del Torino, fallita e rinata attraverso il Lodo Petrucci: si lascia convincere e, ai primi di settembre, annuncia ufficialmente l'acquisizione del club granata.
Alla guida dei piemontesi, che disputano in quella stagione la Serie B, ottiene subito la promozione in A superando il Mantova ai play-off. Rimane, poi, nella massima serie per tre anni di seguito, prima di una retrocessione che fa rimanere il Toro in cadetteria per ben tre stagioni: in questo periodo, deve fare i conti anche con alcune pesanti contestazioni, nell'agosto del 2009 e nel febbraio del 2010, quando, anche a causa delle polemiche della tifoseria e dei risultati non soddisfacenti conseguiti dalla squadra, annuncia la propria decisione di mettere la società in vendita. Cambia idea, comunque, pochi mesi più tardi: il ritorno in A arriva alla fine dell'anno 2011/2012, con Ventura in panchina.
Gli anni 2010
Nel 2013 la Cairo Communication presenta al gruppo Telecom Italia un'offerta di acquisto per La7: la rete televisiva viene acquisita ufficialmente il 4 marzo del 2013 a un prezzo di un milione di euro.
Nel 2014 Cairo può festeggiare la qualificazione in Europa League del Torino (che mancava dalla Coppa Uefa - di cui l'Europa League è erede - da vent'anni), grazie al settimo posto in campionato: nella stagione 2014/15, tuttavia, dopo un successo storico al San Mamès contro l'Athletic Bilbao (impresa che in passato non era mai riuscita a nessun club del nostro Paese), la corsa continentale degli uomini di Ventura si ferma agli ottavi di finale contro lo Zenit San Pietroburgo.
Il 6 maggio del 2015 Cairo si vede assegnato, nella sala della Regina di Montecitorio, a Roma, il Premio "Guido Carli", conferitogli da una giuria costituita tra gli altri da Antonio Patuelli, Barbara Palombelli, Mario Orfeo e Vittorio Feltri; poche settimane dopo, prende il via la sperimentazione del mux Cairo Due, basato su un solo canale, denominato Test, che trasmette unicamente un monoscopio a barre di colore.
L'autunno seguente, in vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno nella primavera del 2016, alcune indiscrezioni inseriscono il nome di Urbano Cairo tra i papabili per una candidatura al ruolo di sindaco di Milano.
ultimo aggiornamento: 23/01/2016
Oggi, sabato 21 maggio 2016 • S. Vittorio, S. Ansuino, S. Fabio
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