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Lucia Annunziata
Al servizio del servizio pubblico
Lucia Annunziata nasce a Sarno, in provincia di Salerno, il giorno 8 agosto del 1950. Autrice e conduttrice, è soprattutto un'importante giornalista, volto noto della Rai da ormai oltre vent'anni. Cresciuta nelle fila dei giornali di sinistra e, poi, di centro-sinistra, è entrata nella storia dell'azienda televisiva pubblica quando, nel 2003, ha assunto la carica di Presidente della Rai, unica donna dopo l'ex sindaco di Milano e ministra della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti.
Dopo tredici anni nella cittadina campana, la piccola Lucia, con la sua famiglia, si trasferisce a Salerno, dove si iscrive al Liceo Torquato Tasso. Già in questi anni rivela la sua brillantezza intellettuale, facendosi notare per la sua bravura e dedizione scolastica. Ad ogni modo, la giovane Annunziata risente del trasferimento nella grande città di Napoli, dove inizialmente si iscrive all'Università, alla facoltà di Storia e Filosofia. Si laurea infatti a Salerno, città nella quale fa ritorno, discutendo una tesi sui contributi statali per il Sud e il movimento operaio.
Sono i primi anni '70, molto movimentati, e la futura giornalista paga il dazio della sua giovinezza, sposandosi troppo precocemente e senza la giusta convinzione. Tuttavia, a questo periodo si lega anche l'esperienza, esaltante e rivoluzionaria per larghi tratti, con il quotidiano "Il Manifesto". Nel 1972 sposa Attilio Wanderlingh, intellettuale napoletano, leader politico, con il quale condivide già da alcuni anni le principali lotte a livello studentesco prima, e universitario poi. Precoce, senza dubbio, il trasferimento insieme in Sardegna, nella bellissima Sant'Antioco. La loro abitazione diventa anche uno dei quartier generali del "Manifesto", composto da studenti, professionisti e non, operai ed insegnanti, tra i quali figurerebbe, almeno al principio della sua carriera professionale, la bella Lucia.
Nel frattempo insegna presso le Scuole Medie di Teulada, esattamente dal 1972 al 1974. Due anni dopo arriva l'idoneità da giornalista professionista, cosa che le dischiude non poche opportunità, soprattutto all'estero. Intanto termina il matrimonio con Wanderlingh, il quale fa ritorno a Napoli, per prendere parte all'avventura di un altro quotidiano molto importante: "L'Unità". Lucia Annunziata allora si trasferisce a Roma, dove entra sempre di più nel vivo dell'esperienza con il "suo" quotidiano, un tempo vicino, e anzi nato, come giornale legato alle esperienze extra-parlamentari di quei turbolenti anni '70. Fa la conoscenza di Gad Lerner, all'epoca una delle menti del noto giornale "Lotta Continua", e prende parte a non poche manifestazioni legate al mondo operaio e alla sinistra anche più estrema.
La svolta, per lei, sono soprattutto gli States. Diventa, infatti, prima per "Il Manifesto" e poi per "La Repubblica", un'inviata all'estero. Per il quotidiano "rosso" è corrispondente dall'America, soprattutto da New York e da Washington, dove si occupa di affari americani internazionali. Per il giornale di Eugenio Scalfari invece, dal 1981, l'anno in cui arriva la "chiamata" alla sua corte, segue fino al 1988 gli avvenimenti dell'America centrale e latina. Nono sono poche le situazioni al limite nelle quali si trova a lavorare, come la rivoluzione in Nicaragua, la guerra civile salvadoriana, l'invasione di Grenada e la caduta del dittatore Duvalier, ad Haiti, oltre ad un altro evento sconcertante e drammatico come il terremoto messicano.
Per Repubblica inoltre, dopo alcuni rimbrotti ricevuti da Scalfari, a causa della sua "partecipazione" ad alcuni avvenimenti rivoluzionari, soprattutto nel modo di raccontare ricco di enfasi e talvolta ammiccante, diventa anche corrispondente dal Medio Oriente, con base a Gerusalemme.
Da sempre appassionata alla cultura nordamericana, nel 1988 la giornalista campana sposa un suo "simile", il reporter Daniel Williams, giornalista del "Washington Post". Stando alle cronache, la festa matrimoniale si svolge in un club newyorchese al completo di 250 invitati. Inoltre qualcuno racconta di un mazzo di fiori alto tre metri inviato alla sposa e firmato dal senatore Giulio Andreotti. Nasce Antonia, con nazionalità americana, ovviamente, ma campana verace, proprio come vuole sua madre.
Il 1991 è un anno altrettanto importante per la Annunziata. È lei, infatti, l'unica giornalista europea ad entrare nel Kuwait occupato, durante la Prima Guerra del Golfo. In quell'occasione, per i suoi servizi ma anche e soprattutto per l'impegno precedentemente profuso in Medio-Oriente, la professionista di Sarno si aggiudica l'ambizioso premio giornalistico "Max David" per gli inviati speciali. È la prima donna a riceverlo, ma la motivazione del premio non lascia ombre sull'imparzialità della scelta: "per le corrispondenze dal Medio Oriente, dai territori occupati e dal Libano. Articoli esemplari per sobrietà e mancanza di pregiudizi".
Due anni dopo la giornalista riceve anche la prestigiosa borsa di studio Niemann dall'Università di Harvard per un master di un anno sulla politica estera statunitense. Nel 1993, diventa fissa la sua collaborazione per il Corriere della Sera e fa ritorno negli States. L'esperienza si rivela importante per aprirle le porte della televisione pubblica. Comincia a dare il proprio contributo alla Rai nel 1995, con il programma "Linea tre" per Raitre, rete che per sempre le resterà incollata, benevolmente, come un marchio distintivo.
L'8 agosto del 1996 (nel giorno del suo compleanno) diventa direttore del Tg3, ma l'esperienza si conclude nel giro di pochi mesi, con una lettera di dimissioni all'allora presidente Enzo Siciliano, grande autore e direttore della storica rivista "Nuovi Argomenti", che tra l'altro poco o nulla durerà ai vertici della rete e dell'azienda televisiva pubblica.
Intanto, pubblica un libro molto discusso, dal titolo "La crepa". L'inchiesta è incentrata sulla tragedia dell'alluvione che ha colpito anche Sarno, la sua cittadina di nascita e, nel libro, sono contenute non poche accuse contro le istituzioni, colpevoli, a suo dire, di conniventi ritardi sia nei soccorsi che nella ricostruzione. Con "La crepa" inoltre, la giornalista vince il Premio Cimitile nel 1999.
Un momento importante, anche dal punto di vista imprenditoriale, è il 2000, quando Lucia Annunziata fonda e dirige l'agenzia di stampa APBiscom, società che fonde Associated Press ed Ebiscom. Il 13 marzo del 2003 invece, seconda donna dopo Letizia Moratti, viene nominata Presidente della RAI. Inizialmente, i presidenti di Camera e Senato, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini, caldeggiano il nome di Paolo Mieli, allora ai vertici di via Solferino. Questi però, mal digerisce le scritte antisemite sui muri della Rai di Milano, e si fa da parte. Così la palla passa alla ex leader sessantottina: è un momento di sicuro storico, per l'azienda Rai.
Ad ogni modo, il mandato dura molto poco. Il 4 maggio del 2004, non prima di essersi attirata le antipatie di Sabina Guzzanti, che le rifila un'indimenticabile imitazione, la giornalista dà le proprie dimissioni dall'incarico. La morsa berlusconiana sembra averla portata al capolinea.
Passa al quotidiano "La Stampa", di cui diventa editorialista. L'anno dopo però, nel 2006, torna in RAI, per condurre il format "In ½ h" (in mezz'ora), fortunato e seguito programma in onda sul terzo canale, nel quale la conduttrice chiama in causa personalità della politica e della vita pubblica italiana, incalzandoli con una serie di domande dirette e legate all'attualità. Si tiene ogni domenica pomeriggio.
Il 15 gennaio del 2009, invitata come opinionista alla nota trasmissione "AnnoZero" condotta da Michele Santoro, non si trattiene dall'accusare l'amico e collega per aver incentrato il tema della serata eccessivamente in chiave filo-palestinese, abbandonando la trasmissione.
Dal 28 marzo del 2011 inoltre, conduce su Rai3 la trasmissione "Potere". Nello stesso periodo viene arrestato e poi rilasciato dopo alcuni giorni, il marito e giornalista Daniel Williams, inviato in Egitto durante le cosiddetta "Primavera Araba". È sempre del 2011 il suo libro "Il potere in Italia".
Dopo tredici anni nella cittadina campana, la piccola Lucia, con la sua famiglia, si trasferisce a Salerno, dove si iscrive al Liceo Torquato Tasso. Già in questi anni rivela la sua brillantezza intellettuale, facendosi notare per la sua bravura e dedizione scolastica. Ad ogni modo, la giovane Annunziata risente del trasferimento nella grande città di Napoli, dove inizialmente si iscrive all'Università, alla facoltà di Storia e Filosofia. Si laurea infatti a Salerno, città nella quale fa ritorno, discutendo una tesi sui contributi statali per il Sud e il movimento operaio.
Sono i primi anni '70, molto movimentati, e la futura giornalista paga il dazio della sua giovinezza, sposandosi troppo precocemente e senza la giusta convinzione. Tuttavia, a questo periodo si lega anche l'esperienza, esaltante e rivoluzionaria per larghi tratti, con il quotidiano "Il Manifesto". Nel 1972 sposa Attilio Wanderlingh, intellettuale napoletano, leader politico, con il quale condivide già da alcuni anni le principali lotte a livello studentesco prima, e universitario poi. Precoce, senza dubbio, il trasferimento insieme in Sardegna, nella bellissima Sant'Antioco. La loro abitazione diventa anche uno dei quartier generali del "Manifesto", composto da studenti, professionisti e non, operai ed insegnanti, tra i quali figurerebbe, almeno al principio della sua carriera professionale, la bella Lucia.
Nel frattempo insegna presso le Scuole Medie di Teulada, esattamente dal 1972 al 1974. Due anni dopo arriva l'idoneità da giornalista professionista, cosa che le dischiude non poche opportunità, soprattutto all'estero. Intanto termina il matrimonio con Wanderlingh, il quale fa ritorno a Napoli, per prendere parte all'avventura di un altro quotidiano molto importante: "L'Unità". Lucia Annunziata allora si trasferisce a Roma, dove entra sempre di più nel vivo dell'esperienza con il "suo" quotidiano, un tempo vicino, e anzi nato, come giornale legato alle esperienze extra-parlamentari di quei turbolenti anni '70. Fa la conoscenza di Gad Lerner, all'epoca una delle menti del noto giornale "Lotta Continua", e prende parte a non poche manifestazioni legate al mondo operaio e alla sinistra anche più estrema.
La svolta, per lei, sono soprattutto gli States. Diventa, infatti, prima per "Il Manifesto" e poi per "La Repubblica", un'inviata all'estero. Per il quotidiano "rosso" è corrispondente dall'America, soprattutto da New York e da Washington, dove si occupa di affari americani internazionali. Per il giornale di Eugenio Scalfari invece, dal 1981, l'anno in cui arriva la "chiamata" alla sua corte, segue fino al 1988 gli avvenimenti dell'America centrale e latina. Nono sono poche le situazioni al limite nelle quali si trova a lavorare, come la rivoluzione in Nicaragua, la guerra civile salvadoriana, l'invasione di Grenada e la caduta del dittatore Duvalier, ad Haiti, oltre ad un altro evento sconcertante e drammatico come il terremoto messicano.
Per Repubblica inoltre, dopo alcuni rimbrotti ricevuti da Scalfari, a causa della sua "partecipazione" ad alcuni avvenimenti rivoluzionari, soprattutto nel modo di raccontare ricco di enfasi e talvolta ammiccante, diventa anche corrispondente dal Medio Oriente, con base a Gerusalemme.
Da sempre appassionata alla cultura nordamericana, nel 1988 la giornalista campana sposa un suo "simile", il reporter Daniel Williams, giornalista del "Washington Post". Stando alle cronache, la festa matrimoniale si svolge in un club newyorchese al completo di 250 invitati. Inoltre qualcuno racconta di un mazzo di fiori alto tre metri inviato alla sposa e firmato dal senatore Giulio Andreotti. Nasce Antonia, con nazionalità americana, ovviamente, ma campana verace, proprio come vuole sua madre.
Il 1991 è un anno altrettanto importante per la Annunziata. È lei, infatti, l'unica giornalista europea ad entrare nel Kuwait occupato, durante la Prima Guerra del Golfo. In quell'occasione, per i suoi servizi ma anche e soprattutto per l'impegno precedentemente profuso in Medio-Oriente, la professionista di Sarno si aggiudica l'ambizioso premio giornalistico "Max David" per gli inviati speciali. È la prima donna a riceverlo, ma la motivazione del premio non lascia ombre sull'imparzialità della scelta: "per le corrispondenze dal Medio Oriente, dai territori occupati e dal Libano. Articoli esemplari per sobrietà e mancanza di pregiudizi".
Due anni dopo la giornalista riceve anche la prestigiosa borsa di studio Niemann dall'Università di Harvard per un master di un anno sulla politica estera statunitense. Nel 1993, diventa fissa la sua collaborazione per il Corriere della Sera e fa ritorno negli States. L'esperienza si rivela importante per aprirle le porte della televisione pubblica. Comincia a dare il proprio contributo alla Rai nel 1995, con il programma "Linea tre" per Raitre, rete che per sempre le resterà incollata, benevolmente, come un marchio distintivo.
L'8 agosto del 1996 (nel giorno del suo compleanno) diventa direttore del Tg3, ma l'esperienza si conclude nel giro di pochi mesi, con una lettera di dimissioni all'allora presidente Enzo Siciliano, grande autore e direttore della storica rivista "Nuovi Argomenti", che tra l'altro poco o nulla durerà ai vertici della rete e dell'azienda televisiva pubblica.
Intanto, pubblica un libro molto discusso, dal titolo "La crepa". L'inchiesta è incentrata sulla tragedia dell'alluvione che ha colpito anche Sarno, la sua cittadina di nascita e, nel libro, sono contenute non poche accuse contro le istituzioni, colpevoli, a suo dire, di conniventi ritardi sia nei soccorsi che nella ricostruzione. Con "La crepa" inoltre, la giornalista vince il Premio Cimitile nel 1999.
Un momento importante, anche dal punto di vista imprenditoriale, è il 2000, quando Lucia Annunziata fonda e dirige l'agenzia di stampa APBiscom, società che fonde Associated Press ed Ebiscom. Il 13 marzo del 2003 invece, seconda donna dopo Letizia Moratti, viene nominata Presidente della RAI. Inizialmente, i presidenti di Camera e Senato, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini, caldeggiano il nome di Paolo Mieli, allora ai vertici di via Solferino. Questi però, mal digerisce le scritte antisemite sui muri della Rai di Milano, e si fa da parte. Così la palla passa alla ex leader sessantottina: è un momento di sicuro storico, per l'azienda Rai.
Ad ogni modo, il mandato dura molto poco. Il 4 maggio del 2004, non prima di essersi attirata le antipatie di Sabina Guzzanti, che le rifila un'indimenticabile imitazione, la giornalista dà le proprie dimissioni dall'incarico. La morsa berlusconiana sembra averla portata al capolinea.
Passa al quotidiano "La Stampa", di cui diventa editorialista. L'anno dopo però, nel 2006, torna in RAI, per condurre il format "In ½ h" (in mezz'ora), fortunato e seguito programma in onda sul terzo canale, nel quale la conduttrice chiama in causa personalità della politica e della vita pubblica italiana, incalzandoli con una serie di domande dirette e legate all'attualità. Si tiene ogni domenica pomeriggio.
Il 15 gennaio del 2009, invitata come opinionista alla nota trasmissione "AnnoZero" condotta da Michele Santoro, non si trattiene dall'accusare l'amico e collega per aver incentrato il tema della serata eccessivamente in chiave filo-palestinese, abbandonando la trasmissione.
Dal 28 marzo del 2011 inoltre, conduce su Rai3 la trasmissione "Potere". Nello stesso periodo viene arrestato e poi rilasciato dopo alcuni giorni, il marito e giornalista Daniel Williams, inviato in Egitto durante le cosiddetta "Primavera Araba". È sempre del 2011 il suo libro "Il potere in Italia".
ultimo aggiornamento: 07/02/2012
Oggi, giovedì 8 agosto 2013 • S. Domenico, S. Miro, S. Daria, S. Famiano
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