Newsletter: Una biografia al giorno | Per annullare l'iscrizione: http://biografieonline.it/logon.htm#erase |
James Ivory
James Francis Ivory - celebre regista statunitense e noto come James Ivory - nasce il 7 giugno del 1928 a Berkeley, in California, figlio di Edward Patrick e di Hallie. Cresciuto nell'Oregon, a Klamath Falls, frequenta la University Of Oregon, specializzandosi presso la School of Architecture and Allied Arts e laureandosi in storia dell'arte nel 1951.
In seguito si iscrive alla Scuola di Arti Cinematografiche della University of Southern California, dove dirige nel 1953 il cortometraggio "Four in the morning" e dove nel 1957 presenta come tesi un documentario da lui scritto e prodotto, intitolato "Venice: Theme and Variations", che viene inserito dal New York Times tra le dieci migliori pellicole documentarie dell'anno.
Uscito nel 1957 dalla University of Southern California, dimostra un notevole interesse per la cultura indiana, che si concretizza in "The sword of the flute", il suo secondo film. L'opera ottiene un buon successo e gli permette di ricevere dalla Asia Society of New York una borsa di studio grazie alla quale realizza nel 1964 un altro documentario, intitolato "The Delhi Way".
Nel frattempo James Ivory fonda la Merchant Ivory Productions insieme con Ismail Merchant: si tratta di una società che intende realizzare film in lingua inglese in India per poi distribuirli sul mercato internazionale. Il primo progetto che va a buon fine è "Il capofamiglia", sceneggiato da Ruth Prawer Jhabvala. Nel 1965 Ivory dirige "Shakespeare Wallah", cui fanno seguito nel 1969 "Il guru" e nel 1970 "Il racconto di Bombay". Due anni più tardi è la volta di "Selvaggi", mentre al 1975 risalgono "Autobiografia di una principessa" e "Party selvaggio". Nella seconda metà degli anni Settanta il regista statunitense firma "Roseland", "Hullabaloo over Georgie and Bonnie's pictures" e "Gli europei", mentre all'inizio del decennio successivo dirige "Jane Austen a Manhattan", "Quartet" e "Calore e polvere".
Dopo "I bostoniani", uscito nel 1984, James Ivory è dietro la macchina da presa di "Camera con vista", film che ottiene otto nomination ai Premi Oscar e si aggiudica due David di Donatello (per il migliore regista e per il miglior film straniero), oltre al premio Bafta per il miglior film.
Nel 1987 il regista californiano bissa il successo presentando al Festival di Venezia "Maurice", che conquista il Leone d'Argento, il premio per i migliori attori (Hugh Grant e James Wilby, ex aequo) e quello per la migliore colonna sonora (di Richard Robbins).
Tra il 1980 e il 1990 James dirige "Schiavi di New York" e "Mr & Mrs. Bridge": quest'ultima pellicola si aggiudica una candidatura agli Oscar grazie a Joanne Woodward, nominata nella cinquina delle migliori attrici.
Nel 1991 arriva un altro grande successo con "Casa Howard", film tratto dal romanzo di Edward Morgan Forster che fa incetta di tre Premi Oscar (su un totale di nove candidature): quello per la migliore sceneggiatura non originale (firmata da Ruth Prawer Jhabvala), quello per la migliore attrice protagonista (Emma Thompson) e quello per la migliore direzione artistica e le migliori scenografie (Ian Whittaker e Luciana Arrighi).
"Casa Howard", inoltre, vince anche il Bafta in qualità di miglior film. Per James Ivory, è questo un momento davvero d'oro: nel 1993 "Quel che resta del giorno", interpretato da Emma Thompson e Anthony Hopkins e ispirato al romanzo campione di vendite di Kazuo Ishiguro, riceve otto candidature agli Oscar e viene decretato dalla British Film Critics Society miglior film dell'anno.
Tra il 1995 (anno in cui gli viene assegnato dal Directors Guild of America il Premio D.W. Griffith alla Carriera) e il 1998 Ivory dirige "Jefferson in Paris", "Surviving Picasso - Sopravvivere a Picasso" e "La figlia di un soldato non piange mai".
Nel 2001 è dietro la macchina da presa di "The golden bowl", e insieme con Ruth Prawer Jhabyala e Ismail Merchant viene insignito della Fellowship of the British Academy of Film and Television. Dopo avere diretto nel 2003 "Le divorce - Americane a Parigi" e nel 2005 "La contessa bianca", nel 2009 il regista americano firma "Quella sera dorata". L'anno successivo vince il Premio Dorian Gray al Torino GLBT Film Festival.
Gli studi e i primi lavori cinematografici
In seguito si iscrive alla Scuola di Arti Cinematografiche della University of Southern California, dove dirige nel 1953 il cortometraggio "Four in the morning" e dove nel 1957 presenta come tesi un documentario da lui scritto e prodotto, intitolato "Venice: Theme and Variations", che viene inserito dal New York Times tra le dieci migliori pellicole documentarie dell'anno.
L'interesse per la cultura indiana
Uscito nel 1957 dalla University of Southern California, dimostra un notevole interesse per la cultura indiana, che si concretizza in "The sword of the flute", il suo secondo film. L'opera ottiene un buon successo e gli permette di ricevere dalla Asia Society of New York una borsa di studio grazie alla quale realizza nel 1964 un altro documentario, intitolato "The Delhi Way".
Nel frattempo James Ivory fonda la Merchant Ivory Productions insieme con Ismail Merchant: si tratta di una società che intende realizzare film in lingua inglese in India per poi distribuirli sul mercato internazionale. Il primo progetto che va a buon fine è "Il capofamiglia", sceneggiato da Ruth Prawer Jhabvala. Nel 1965 Ivory dirige "Shakespeare Wallah", cui fanno seguito nel 1969 "Il guru" e nel 1970 "Il racconto di Bombay". Due anni più tardi è la volta di "Selvaggi", mentre al 1975 risalgono "Autobiografia di una principessa" e "Party selvaggio". Nella seconda metà degli anni Settanta il regista statunitense firma "Roseland", "Hullabaloo over Georgie and Bonnie's pictures" e "Gli europei", mentre all'inizio del decennio successivo dirige "Jane Austen a Manhattan", "Quartet" e "Calore e polvere".
"Camera con vista" e il grande successo internazionale
Dopo "I bostoniani", uscito nel 1984, James Ivory è dietro la macchina da presa di "Camera con vista", film che ottiene otto nomination ai Premi Oscar e si aggiudica due David di Donatello (per il migliore regista e per il miglior film straniero), oltre al premio Bafta per il miglior film.
Nel 1987 il regista californiano bissa il successo presentando al Festival di Venezia "Maurice", che conquista il Leone d'Argento, il premio per i migliori attori (Hugh Grant e James Wilby, ex aequo) e quello per la migliore colonna sonora (di Richard Robbins).
Tra il 1980 e il 1990 James dirige "Schiavi di New York" e "Mr & Mrs. Bridge": quest'ultima pellicola si aggiudica una candidatura agli Oscar grazie a Joanne Woodward, nominata nella cinquina delle migliori attrici.
Gli anni '90
Nel 1991 arriva un altro grande successo con "Casa Howard", film tratto dal romanzo di Edward Morgan Forster che fa incetta di tre Premi Oscar (su un totale di nove candidature): quello per la migliore sceneggiatura non originale (firmata da Ruth Prawer Jhabvala), quello per la migliore attrice protagonista (Emma Thompson) e quello per la migliore direzione artistica e le migliori scenografie (Ian Whittaker e Luciana Arrighi).
"Casa Howard", inoltre, vince anche il Bafta in qualità di miglior film. Per James Ivory, è questo un momento davvero d'oro: nel 1993 "Quel che resta del giorno", interpretato da Emma Thompson e Anthony Hopkins e ispirato al romanzo campione di vendite di Kazuo Ishiguro, riceve otto candidature agli Oscar e viene decretato dalla British Film Critics Society miglior film dell'anno.
Tra il 1995 (anno in cui gli viene assegnato dal Directors Guild of America il Premio D.W. Griffith alla Carriera) e il 1998 Ivory dirige "Jefferson in Paris", "Surviving Picasso - Sopravvivere a Picasso" e "La figlia di un soldato non piange mai".
Gli anni 2000
Nel 2001 è dietro la macchina da presa di "The golden bowl", e insieme con Ruth Prawer Jhabyala e Ismail Merchant viene insignito della Fellowship of the British Academy of Film and Television. Dopo avere diretto nel 2003 "Le divorce - Americane a Parigi" e nel 2005 "La contessa bianca", nel 2009 il regista americano firma "Quella sera dorata". L'anno successivo vince il Premio Dorian Gray al Torino GLBT Film Festival.
ultimo aggiornamento: 22/05/2014
Oggi, sabato 7 giugno 2014 • S. Sabiniano, S. Eugenia
Commenti
Posta un commento