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Gabriele Oriali
Gabriele Oriali nasce il 25 novembre del 1962 a Como. Mentre lavora come garzone in un negozio di barbiere per mettere da parte qualche spicciolo, intraprende la carriera di calciatore cominciando a giocare a pallone come terzino destro nel Cusano Milanino: tra i suoi compagni di squadra c'è anche Aldo Maldera.
Benché juventino e ammiratore di Giampaolo Menichelli, all'età di tredici anni diventa interista: non nel senso che inizia a tifare per i nerazzurri, ma proprio perché la società milanese F.C. Inter lo acquista per 100mila lire. Passato dalla difesa al centrocampo e diventato un abile mediano, debutta in prima squadra già nella stagione 1970/1971, quando l'allenatore è Giovanni Invernizzi.
Con il passare del tempo, per tutti gli anni Settanta è uno dei titolari fissi dell'Inter, vincendo due scudetti, nella stagione 1970/1971 e nella stagione 1979/1980, oltre a due Coppe Italia, nel 1978 e nel 1982. Gianni Brera gli affibbia il soprannome Piper, perché schizza rapido, in giro per tutto il campo, come una pallina d'acciaio in un flipper.
Proprio nel 1982 Gabriele Oriali è tra gli azzurri che permettono all'Italia di diventare campione del mondo nel torneo di Spagna '82. La sua prima convocazione in Nazionale era arrivata il 21 dicembre del 1978, per una amichevole proprio contro la Spagna; nel 1980 Lele (questo il suo diminutivo) aveva preso parte agli Europei, quando l'Italia non era riuscita ad andare più in là del quarto posto.
L'anno successivo Oriali si trasferisce dall'Inter alla Fiorentina, per poi appendere gli scarpini al chiodo nel 1987, dopo aver segnato 43 reti in 392 partite di Serie A. Terminata la carriera di calciatore, inizia a lavorare come dirigente: dapprima è direttore generale della Solbiatese, e contribuisce alla promozione della squadra lombarda in C2.
Poi, a partire dal 1994, è direttore sportivo del Bologna: suoi sono gli acquisti di Carlo Nervo, di Francesco Antonioli e di Michele Paramatti. In Emilia Gabriele Oriali ottiene una prima promozione, dalla Serie C1 alla Serie B nel 1995, e una seconda promozione in Serie A già l'anno successivo.
Nel 1997 riesce a portare in maglia rossoblù Roberto Baggio, mentre l'anno seguente lascia Bologna per accasarsi al Parma, dove compra Abel Balbo dalla Roma e Juan Sebastian Veron dalla Sampdoria. Da dirigente gialloblù vince una Coppa Uefa, grazie al successo in finale contro il Marsiglia, e una Coppa Italia, sconfiggendo la Fiorentina: in campionato, invece, la stagione 1998/1999 si conclude al quarto posto, che equivale alla conquista dei preliminari di Champions League per l'anno successivo.
Nell'estate del 1999, però, Lele Oriali lascia Parma e torna all'Inter al posto di Sandro Mazzola: rimarrà in nerazzurro per ben undici anni, lavorando come intermediario tra la dirigenza e la squadra e come consulente di mercato.
Sempre nello stesso anno (1999) la sua immagine viene osannata dalla canzone "Una vita da mediano", scritta da Luciano Ligabue (primo singolo del disco "Miss Mondo"), che contiene una dedica per l'ex calciatore (citandolo nel testo) e sottolinea quanto sia duro e importante il lavoro del centrocampista, in campo come nella vita.
Nel 2001 viene coinvolto, insieme ad Alvaro Recoba, nello scandalo dei passaporti falsi: il 27 giugno la Commissione disciplinare della Lega Calcio emette la sentenza di primo grado che inibisce per un anno Oriali (sentenza che sarà confermata dalla Commissione di Appello Federale e che comporterà anche una multa di due miliardi di lire per l'Inter).
Al di là di questo sgradevole episodio, in ogni caso, al fianco del direttore tecnico Giuliano Terraneo (che nel 2003 verrà sostituito da Marco Branca) e del presidente Massimo Moratti, Gabriele Oriali contribuisce all'acquisto di campioni come Ivan Ramiro Cordoba, Christian Vieri, Francesco Toldo, Marco Materazzi, Dejan Stankovic, Walter Samuel, Julio Cesar, Maicon, Luis Figo, Esteban Cambiasso, Zlatan Ibrahimovic, Patrick Vieira, Thiago Motta, Samuel Eto'o, Diego Milito e Wesley Sneijder.
Nel 2006, Giuseppe Lombardi, Gip del Tribunale di Udine, accoglie la richiesta di patteggiamento di Oriali (e quella di Recoba) nell'ambito del procedimento relativo alla naturalizzazione illecita del calciatore uruguayano, che era stato trasformato in giocatore comunitario pur non avendo antenati europei: il dirigente nerazzurro viene condannato a una pena di sei mesi di reclusione, sostituita con una multa di 21.420 euro, essendo ritenuto colpevole del reato di concorso in falso e del reato di ricettazione per una patente italiana concessa allo stesso Recoba.
Nel 2011, un'intervista concessa da Franco Baldini, ex direttore sportivo della Roma, a "Repubblica" scagiona parzialmente Oriali per l'episodio del passaporto falso di Recoba. L'ex dirigente giallorosso spiega di avere consigliato, all'epoca dei fatti, a Oriali la collaborazione di una persona che poi si era rivelata poco limpida, e che in tutta la vicenda lo stesso Oriali non c'entrava nulla. Anche per questo motivo, l'ex centrocampista interista fa sapere di poter prendere in considerazione la possibilità di domandare una revisione del processo.
A partire dal 2008, Gabriele Oriali inizia - con José Mourinho come allenatore - a svolgere il ruolo di dirigente accompagnatore, sedendosi non più in tribuna ma in panchina. Nel luglio del 2010, però, lascia l'Inter per divergenze con la dirigenza (sarà sostituito da Amedeo Carboni, chiamato dal nuovo tecnico Rafa Benitez), dopo aver conquistato cinque scudetti consecutivi tra il 2006 e il 2010, una Champions League nel 2010, tre Supercoppe Italiane e tre Coppe Italia.
A partire dalla stagione 2011/2012, Gabriele Oriali entra a far parte della squadra di opinionisti di Premium Calcio per il programma "Serie A Live", mentre nella stagione successiva commenta le partite di Europa League sullo stesso canale.
Il 25 agosto del 2014 viene nominato dal presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) Carlo Tavecchio team manager della Nazionale maggiore, accogliendo l'incarico che fino al 2013 era stato svolto da Gigi Riva.
E' sposato con Delia con cui vive a Desio, poco fuori Milano, e ha quattro figlie: Veronica, Valentina e Francesca (gemelle), e Federica.
Gabriele Oriali all'Inter
Benché juventino e ammiratore di Giampaolo Menichelli, all'età di tredici anni diventa interista: non nel senso che inizia a tifare per i nerazzurri, ma proprio perché la società milanese F.C. Inter lo acquista per 100mila lire. Passato dalla difesa al centrocampo e diventato un abile mediano, debutta in prima squadra già nella stagione 1970/1971, quando l'allenatore è Giovanni Invernizzi.
Con il passare del tempo, per tutti gli anni Settanta è uno dei titolari fissi dell'Inter, vincendo due scudetti, nella stagione 1970/1971 e nella stagione 1979/1980, oltre a due Coppe Italia, nel 1978 e nel 1982. Gianni Brera gli affibbia il soprannome Piper, perché schizza rapido, in giro per tutto il campo, come una pallina d'acciaio in un flipper.
Campione del mondo 1982
Proprio nel 1982 Gabriele Oriali è tra gli azzurri che permettono all'Italia di diventare campione del mondo nel torneo di Spagna '82. La sua prima convocazione in Nazionale era arrivata il 21 dicembre del 1978, per una amichevole proprio contro la Spagna; nel 1980 Lele (questo il suo diminutivo) aveva preso parte agli Europei, quando l'Italia non era riuscita ad andare più in là del quarto posto.
Gli ultimi anni da calciatore e l'inizio della carriera di dirigente
L'anno successivo Oriali si trasferisce dall'Inter alla Fiorentina, per poi appendere gli scarpini al chiodo nel 1987, dopo aver segnato 43 reti in 392 partite di Serie A. Terminata la carriera di calciatore, inizia a lavorare come dirigente: dapprima è direttore generale della Solbiatese, e contribuisce alla promozione della squadra lombarda in C2.
Gli anni '90
Poi, a partire dal 1994, è direttore sportivo del Bologna: suoi sono gli acquisti di Carlo Nervo, di Francesco Antonioli e di Michele Paramatti. In Emilia Gabriele Oriali ottiene una prima promozione, dalla Serie C1 alla Serie B nel 1995, e una seconda promozione in Serie A già l'anno successivo.
Nel 1997 riesce a portare in maglia rossoblù Roberto Baggio, mentre l'anno seguente lascia Bologna per accasarsi al Parma, dove compra Abel Balbo dalla Roma e Juan Sebastian Veron dalla Sampdoria. Da dirigente gialloblù vince una Coppa Uefa, grazie al successo in finale contro il Marsiglia, e una Coppa Italia, sconfiggendo la Fiorentina: in campionato, invece, la stagione 1998/1999 si conclude al quarto posto, che equivale alla conquista dei preliminari di Champions League per l'anno successivo.
Nell'estate del 1999, però, Lele Oriali lascia Parma e torna all'Inter al posto di Sandro Mazzola: rimarrà in nerazzurro per ben undici anni, lavorando come intermediario tra la dirigenza e la squadra e come consulente di mercato.
Una vita da mediano
Sempre nello stesso anno (1999) la sua immagine viene osannata dalla canzone "Una vita da mediano", scritta da Luciano Ligabue (primo singolo del disco "Miss Mondo"), che contiene una dedica per l'ex calciatore (citandolo nel testo) e sottolinea quanto sia duro e importante il lavoro del centrocampista, in campo come nella vita.
Gli anni 2000
Nel 2001 viene coinvolto, insieme ad Alvaro Recoba, nello scandalo dei passaporti falsi: il 27 giugno la Commissione disciplinare della Lega Calcio emette la sentenza di primo grado che inibisce per un anno Oriali (sentenza che sarà confermata dalla Commissione di Appello Federale e che comporterà anche una multa di due miliardi di lire per l'Inter).
Al di là di questo sgradevole episodio, in ogni caso, al fianco del direttore tecnico Giuliano Terraneo (che nel 2003 verrà sostituito da Marco Branca) e del presidente Massimo Moratti, Gabriele Oriali contribuisce all'acquisto di campioni come Ivan Ramiro Cordoba, Christian Vieri, Francesco Toldo, Marco Materazzi, Dejan Stankovic, Walter Samuel, Julio Cesar, Maicon, Luis Figo, Esteban Cambiasso, Zlatan Ibrahimovic, Patrick Vieira, Thiago Motta, Samuel Eto'o, Diego Milito e Wesley Sneijder.
La fine dello scandalo dei passaporti falsi
Nel 2006, Giuseppe Lombardi, Gip del Tribunale di Udine, accoglie la richiesta di patteggiamento di Oriali (e quella di Recoba) nell'ambito del procedimento relativo alla naturalizzazione illecita del calciatore uruguayano, che era stato trasformato in giocatore comunitario pur non avendo antenati europei: il dirigente nerazzurro viene condannato a una pena di sei mesi di reclusione, sostituita con una multa di 21.420 euro, essendo ritenuto colpevole del reato di concorso in falso e del reato di ricettazione per una patente italiana concessa allo stesso Recoba.
Nel 2011, un'intervista concessa da Franco Baldini, ex direttore sportivo della Roma, a "Repubblica" scagiona parzialmente Oriali per l'episodio del passaporto falso di Recoba. L'ex dirigente giallorosso spiega di avere consigliato, all'epoca dei fatti, a Oriali la collaborazione di una persona che poi si era rivelata poco limpida, e che in tutta la vicenda lo stesso Oriali non c'entrava nulla. Anche per questo motivo, l'ex centrocampista interista fa sapere di poter prendere in considerazione la possibilità di domandare una revisione del processo.
Gli ultimi anni all'Inter
A partire dal 2008, Gabriele Oriali inizia - con José Mourinho come allenatore - a svolgere il ruolo di dirigente accompagnatore, sedendosi non più in tribuna ma in panchina. Nel luglio del 2010, però, lascia l'Inter per divergenze con la dirigenza (sarà sostituito da Amedeo Carboni, chiamato dal nuovo tecnico Rafa Benitez), dopo aver conquistato cinque scudetti consecutivi tra il 2006 e il 2010, una Champions League nel 2010, tre Supercoppe Italiane e tre Coppe Italia.
Gli anni 2010
A partire dalla stagione 2011/2012, Gabriele Oriali entra a far parte della squadra di opinionisti di Premium Calcio per il programma "Serie A Live", mentre nella stagione successiva commenta le partite di Europa League sullo stesso canale.
Il 25 agosto del 2014 viene nominato dal presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) Carlo Tavecchio team manager della Nazionale maggiore, accogliendo l'incarico che fino al 2013 era stato svolto da Gigi Riva.
E' sposato con Delia con cui vive a Desio, poco fuori Milano, e ha quattro figlie: Veronica, Valentina e Francesca (gemelle), e Federica.
ultimo aggiornamento: 24/06/2016
Oggi, venerdì 25 novembre 2016 • S. Caterina d'Alessandria, S. Erasmo, S. Maurino
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